Il rito greco
L’Impero Bizantino può essere considerato tra i più grandi imperi nella storia d’ Europa. Nato dopo la caduta dell’Impero Romano (avvenuta nel 475/480 d.C.) e durato per circa un millennio, finirà con la caduta nel 1453 da parte dei Turchi Ottomani della sua capitale Costantinopoli (anticamente denominata Bisanzio, oggi Istanbul). In tutti i territori soggetti all’ influsso culturale bizantino ci furono profondi cambiamenti e in Italia, per circa 500 anni, vi saranno effetti sul territorio, sulla lingua, sull’arte, sull’ architettura e sulla religione delle varie comunità, soprattutto nei territori del sud Italia e della Puglia tra cui il Salento.

Il Rito: La liturgia bizantina può essere considerata una delle tradizioni più ricche e solenni della cristianità orientale. La sua complessa celebrazione, ricca di simbolismo, si svolgeva all’ interno di chiese che erano intese non solo come edifici ma anche come case di preghiera e luoghi di raduno dei fedeli. Gli edifici ecclesiastici realizzati in elevato o in ambiente rupestre, decorati da affreschi con grandiose e suggestive immagini sacre, prediligevano la pianta centrale a croce greca ed erano dotati di spazi definiti come il Bema, ossia il presbiterio, riservato al clero, in cui trovava posto l’altare ed era collocato nella parte orientale finale dell’edificio e il Naos o aula riservato a ospitare l’assemblea dei fedeli; entrambi questi elementi erano separati da una barriera chiamata il templon o iconostasi. Il rito si articolava in diverse fasi tra cui la “Divina Liturgia” (Eucarestia); i “Misteri” (Sacramenti) del battesimo, della cresima e del matrimonio, dell’unzione, della penitenza e dell’ordinazione; “l’Ufficio delle Ore” che comprendeva il mattutino, i vespri, le vigilie e altre Ore; l’Anno Liturgico con un calendario di cicli fissi e mobili, giorni di digiuno, di santi e una varietà di celebrazioni minori.
Utilizzando come ambientazione l’abside centrale della chiesa rupestre bizantina di Sant’Angelo di Uggiano la Chiesa (Le) è stato ricostruito il momento della Divina Liturgia, ossia l’Eucarestia, con un altare a blocco al centro su cui sono sistemati gli arredi liturgici e con il celebrante in posizione frontale rispetto all’altare mentre, con il calice in mano, volge le spalle ai fedeli. La Divina Liturgia, stando al testo di celebrazione più diffuso nella chiesa bizantina, quello di S. Giovanni Crisostomo (IV sec.), prevedeva il rito di preparazione del pane, la liturgia della Parola con canti, processione con il Vangelo, letture e omelia, poi la liturgia dei fedeli con una processione con cui si trasportano sull’altare i Sacri Doni ossia pane e vino; dopo di che vi era la partecipazione alla Comunione e, infine, la distribuzione dell’antidoron ossia del resto del pane da cui è stata presa la parte che è servita per la Messa.
Gli strumenti principali
Il momento più importante della Divina Liturgia era costituito dal taglio e dalla distribuzione del pane eucaristico. Questo pane, denominato prosfora, era di fatto una piccola pagnotta di pane lievitato ed era poggiato generalmente su un piatto detto patena; dal pezzo principale venivano ricavate delle porzioni da distribuire ai fedeli durante l’Eucarestia. Il pane assieme all’ acqua e al vino venivano preparati e benedetti su una mensa laterale nella zona dell’abside, la prothesis, dalla quale poi venivano portati all’altare. La prosfora aveva la particolarità di avere delle decorazioni sulla superficie che veniva realizzata con degli stampi di forma circolare o quadrangolare realizzati principalmente in terracotta, come quelli rinvenuti a Matino e a Soleto, o in pietra calcarea come quelli rinvenuti a Cerrate o a Apigliano, o addirittura in legno come quello rinvenuto a Roca Vecchia. Il pane eucaristico veniva tagliato con un coltello a forma di piccola lancia ossia la profora e poi raccolto con il cucchiaio che aveva lo scopo di servire i bocconi di pane ai fedeli. Nel Salento, gli scavi condotti nella chiesa bizantina di Quattro macine a Giuggianello hanno restituito resti di una prophora in ferro e di due cucchiai, uno in ferro e l’altro in peltro.
Un altro elemento fondamentale del rito greco era l’uso dei libri sacri che venivano usati nelle varie e complesse liturgie; i testi dei Vangeli, delle preghiere, degli Inni e dei Canti potevano essere raccolti nei codex, ossia dei “libri” su pergamena piegati o rilegati.
Per saperne di più:
P. ARTHUR, M. LEO IMPERIALE, M. TINELLI, Salento bizantino. Una guida archeologica, Foggia 2024.
S. CALO’, Paesaggio di Pietra. Archeologia del rupestre nelle serre salentine, Roma 2024.